Packaging Inclusivo: rendere il prodotto accessibile

 
Il packaging interattivo è pensato per emozionare e coinvolgere il consumatore. La curiosità dell’utente viene stimolata e si concretizza nella capacità di “intrattenere” il cliente e di invitarlo ad interagire in modo attivo con il packaging. Ma cosa succede se l’interazione avviene più per necessità che per volontà, perchè c’è una disabilità ad ostacolare l’utente? È qui che si parla di Packaging Inclusivo!
 

In un articolo precedente abbiamo introdotto il Packaging Interattivo, oggi invece vi vogliamo parlare del Packaging Inclusivo, ovvero quella tipologia di packaging interattivo in cui l’interazione c’è, non perchè la curiosità del cliente è stata stimolata, bensì perchè è “richiesta” direttamente dal consumatore la cui disabilità gli impedisce di accedere in altro modo al prodotto.
 
 
Il Packaging Inclusivo fa riferimento, infatti, a tutte quelle confezioni progettate per le persone con disabilità e il cui obiettivo è rendere il prodotto maggiormente accessibile. Per le persone diversamente abili anche oggetti comuni possono riservare insidie che rendono difficili le azioni più semplici, come per esempio distinguere i prodotti su uno scaffale o leggere le informazioni presenti su una confezione. Per questo motivo, il design deve tener conto delle esigenze di chi è portatore di handicap per agevolare il più possibile la sua esperienza utente con il packaging.
 
Negli ultimi anni molti brand e designer si sono impegnati nella progettazione di packaging inclusivi, comprendendo la necessità di creare esperienze semplici per tutti i consumatori, a prescindere dalle abilità motorie, sensoriali e cognitive degli utenti. Il packaging deve essere una porta d’accesso al prodotto, non un ostacolo e pertanto deve essere accessibile. Fortunatamente, la progettazione di packaging accessibili alle persone non vedenti o ipovedenti è un fenomeno in costante crescita e le aziende che lavorano in questa direzione sono sempre di più. 
 
Ma come è possibile creare un packaging inclusivo e rendere i prodotti riconoscibili a tutti? Vediamo come qualche piccolo escamotage ci aiuta in questo. 
 

Stampa in rilievo e codici QR

Le persone ipovedenti o non vedenti si affidano agli altri sensi in loro possesso per interagire con il mondo, l’unico modo che hanno di riconoscere le cose, gli oggetti o le persone è quello di ascoltarle o toccare e lo stesso vale se si tratta di raccogliere informazioni da un packaging. Per questo motivo gli escamotage più utilizzati per rendere l’esperienza d’acquisto più completa e accessibile sono due: la stampa in rilievo e messaggi audio da QR code. 
 
L’uso della stampa in rilievo consente di distinguere facilmente i prodotti, i tratti in rilievo, infatti, riproducono un particolare alfabeto di punti chiamato “Braille”, un sistema di scrittura e lettura tattile utilizzato dalle persone non vedenti e ipovedenti, che risale ad inizio Ottocento. Grazie all’utilizzo di questo alfabeto il consumatore è in grado, attraverso il tatto, di distinguere un prodotto da un altro e di raccogliere alcune informazioni legato ad esso. 
 
Allo stesso modo, i codici QR, anch’essi in rilievo per riconoscerli, una volta scansionati, riproducono un messaggio audio che fornisce informazioni aggiuntive, come descrizione del prodotto, elenco degli ingredienti e istruzioni d’uso oppure rimanda a un audio scaricabile da smartphone, il quale è stato definito da alcuni “ etichetta narrante”. Ciò permette alla persona con disabilità di ricevere tutte quelle informazioni di cui ha bisogno, che diversamente non potrebbe ricevere. 
 

Alfabeto Braille

Esso comprende simboli da 1 a 6 punti appositamente posizionati in un ideale rettangolo di 3 punti di altezza e 2 di lunghezza, all'interno di uno spazio corrispondente a quello del polpastrello del dito indice. 
 
Dal punto di vista delle stampa, vengono riprodotti mediante l’utilizzo di un telaio serigrafico specifico per far sì che venga rilasciata la giusta quantità di vernice per ottenere un rilievo uniforme, requisito fondamentale per una corretta leggibilità. La stampa in rilievo può avvenire sia sull’etichetta sia direttamente sulla confezione, anche se l’etichetta ha più possibilità di deteriorarsi o di essere staccata.

Nel tempo, il mondo del packaging si è dimostrato sensibile verso la creazione di confezioni accessibili e molti brand hanno introdotto il “braille” sui loro prodotti. Il problema però rimane tutt’ora con tutte quelle informazioni, che sono stampate direttamente sul packaging, come le date di scadenza per esempio. Per ovviare questo problema, una stratup inglese ha creato etichette che si deteriorano una volta superata la data di scadenza. Così facendo il cliente è in grado, anche qui attraverso il tatto, di capire quando il prodotto non è più utilizzabile. L’etichetta funziona infatti come un avvertimento tattile: se appare solida e liscia il prodotto è ancora valido; diversamente se appare molle e irregolare, è scaduto.
 

Esiste anche una “ Carta etica del packaging” pubblicata nel 2015, in cui si legge che un imballaggio deve essere accessibile, ovvero capace di proporsi in modo facile e intuitivo a chi lo utilizza, e deve essere in grado di comunicare “in modo efficace anche ai soggetti più deboli e indipendentemente dalle abilità sensoriali degli utenti. […]”.
 
 
 
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